Chromalizer - Daniele Sabiu a Palermo
Chromalizer - Daniele Sabiu a Palermo
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Scardamaglia
non posso negare che l'esperienza palermitana mi abbia scosso ed intrigato non poco. Da Palermo sono anche tornato con qualche Chromalizer che a casa e nel mio setup hanno prodotto esattamente gli stessi benefici e sorprendenti effetti. Ho perciò condotto una decina di test ( il chromalizer ha il vantaggio di essere un ottimo sistema per un test in cieco )e da questi, non dirimenti, ho però sviluppato una teoria che mi sembra razionalmente verosimile.
Io credo che esistano in natura almeno due modelli umani percettivi che potremo chiamare "timbrico" il primo e "dinamico" il secondo.
Il modello timbrico ha una notevole capacità di discernimento delle microinformazioni e dei segnali acustici a bassa intensità, mentre il modello dinamico ha una maggiore predilezione per l'aspetto più strettamente fisico del segnale musicale. Ovviamente ciascuno di noi possiede un misto di entrambi ma con livelli estremamente differenti, per cui si potrebbero identificare circa tre gruppi a seconda della maggiore tendenza ad un estremo piuttosto che all'altro, con un terzo gruppo che si pone circa a metà strada tra i due. Ovviamente i componenti di ciascun gruppo si riconoscono tra loro e tendono alla formazione di enclave di percettori similari ed è da qui che nascono le guerre di religione: cavo si contro cavo no, alta efficienza vs. rd e potremmo continuare fino a domani.
L'empirismo di Leonida, nutrito da una conoscenza dell'hifi rara e da una vera passione per questa ricerca, ha dato dei risultati che per me sono indubbi, mentre nutro non poche perplessità sul modello teorico che lui cerca di costruire perchè, a naso, non sono molto convinto delle basi su cui poggia tutta la costruzione teorica. Se però tra chi legge queste righe c'è qualcuno che percepisce le differenze che un cavo introduce all'ascolto gli consiglio di provare i chroomalizer perchè è un'esperienza interessante, anzi inquietante, che aspetta solo una conferma fisica su basi più solide.
Io, nel frattempo, vorrei davvero mettere su uno studio su basi scientifiche per la conferma ( o la sconferma) della mia teoria ma mi sono arenato sul disegno dello studio, che è tutt'altro che semplice. Ecco da dove deriva la mia irritazione somma quando sento parlare di test in cieco! Peraltro non vorrei che si dimenticassero alcuni principi basilari che sono:
- dobbiamo ascoltare musica
- dobbiamo ascoltarla da soli
- dobbiamo mirare a godere di questa attività e non mirare ad imitare il mitico Tafazzi.
audiodan
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Iscritto il: 10 giu 2012, 22:25
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Giuseppe Scardamaglia
Scardamaglia
non posso negare che l'esperienza palermitana mi abbia scosso ed intrigato non poco. Da Palermo sono anche tornato con qualche Chromalizer che a casa e nel mio setup hanno prodotto esattamente gli stessi benefici e sorprendenti effetti. Ho perciò condotto una decina di test ( il chromalizer ha il vantaggio di essere un ottimo sistema per un test in cieco )e da questi, non dirimenti, ho però sviluppato una teoria che mi sembra razionalmente verosimile.
Io credo che esistano in natura almeno due modelli umani percettivi che potremo chiamare "timbrico" il primo e "dinamico" il secondo.
Il modello timbrico ha una notevole capacità di discernimento delle microinformazioni e dei segnali acustici a bassa intensità, mentre il modello dinamico ha una maggiore predilezione per l'aspetto più strettamente fisico del segnale musicale. Ovviamente ciascuno di noi possiede un misto di entrambi ma con livelli estremamente differenti, per cui si potrebbero identificare circa tre gruppi a seconda della maggiore tendenza ad un estremo piuttosto che all'altro, con un terzo gruppo che si pone circa a metà strada tra i due. Ovviamente i componenti di ciascun gruppo si riconoscono tra loro e tendono alla formazione di enclave di percettori similari ed è da qui che nascono le guerre di religione: cavo si contro cavo no, alta efficienza vs. rd e potremmo continuare fino a domani.
L'empirismo di Leonida, nutrito da una conoscenza dell'hifi rara e da una vera passione per questa ricerca, ha dato dei risultati che per me sono indubbi, mentre nutro non poche perplessità sul modello teorico che lui cerca di costruire perchè, a naso, non sono molto convinto delle basi su cui poggia tutta la costruzione teorica. Se però tra chi legge queste righe c'è qualcuno che percepisce le differenze che un cavo introduce all'ascolto gli consiglio di provare i chroomalizer perchè è un'esperienza interessante, anzi inquietante, che aspetta solo una conferma fisica su basi più solide.
Io, nel frattempo, vorrei davvero mettere su uno studio su basi scientifiche per la conferma ( o la sconferma) della mia teoria ma mi sono arenato sul disegno dello studio, che è tutt'altro che semplice. Ecco da dove deriva la mia irritazione somma quando sento parlare di test in cieco! Peraltro non vorrei che si dimenticassero alcuni principi basilari che sono:
- dobbiamo ascoltare musica
- dobbiamo ascoltarla da soli
- dobbiamo mirare a godere di questa attività e non mirare ad imitare il mitico Tafazzi.
audiodan
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Giuseppe Scardamaglia
Giuseppe Scardamaglia- Messaggi : 101
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